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7 Maggio 2025

Referendum 8-9 Giugno

Il voto è la nostra rivolta

Carissime/i iscritti e simpatizzanti,
In un Paese che si definisce democratico, il diritto di partecipare attivamente alla vita politica e alle decisioni fondamentali è sacro. E tra gli strumenti più importanti di questa partecipazione c’è il referendum, un diritto costituzionale sancito dall’articolo 75 della nostra Costituzione. È l’unico strumento di democrazia diretta previsto dalla nostra Carta fondamentale, e rappresenta la possibilità concreta per i cittadini di esprimersi su questioni di grande rilevanza sociale, economica e politica. Eppure, in questi giorni, assistiamo a un silenzio assordante da parte della nostra televisione pubblica, la RAI. Un silenzio che non può essere giustificato, che non può essere tollerato. La RAI, come servizio pubblico, ha il dovere di garantire un’informazione completa, corretta e imparziale su tutti gli aspetti che riguardano i cittadini e la vita democratica del Paese. Garantire ai cittadini una corretta e completa informazione sui quesiti referendari non è solo un dovere legale, ma una vera e propria garanzia democratica. Oscurare deliberatamente il referendum significa negare ai cittadini la possibilità di scegliere consapevolmente. Significa calpestare il diritto all’informazione, un diritto fondamentale che permette a ogni individuo di formarsi un’opinione libera e autonoma. Significa indebolire il patto democratico su cui si fonda la nostra Repubblica, minando le basi della partecipazione civica e della trasparenza. Non si tratta di una richiesta di favore, ma di un’esigenza imprescindibile: la legge, la Costituzione e lo spirito stesso della nostra democrazia impongono alla RAI di dare spazio e voce ai referendum, di informare correttamente i cittadini sui quesiti, sui rischi e sui benefici delle proposte in votazione. È un obbligo che non può essere ignorato, né rinviato.

Perché il silenzio di oggi diventa un’ombra che si allunga sulla nostra democrazia di domani. Ogni giorno in più di silenzio è un giorno in meno di democrazia, un passo indietro rispetto ai principi di pluralismo, trasparenza e partecipazione che dovrebbero essere alla base di ogni servizio pubblico. Chiediamo con forza che la RAI, come dovrebbe fare ogni servizio pubblico che si rispetti, dia immediatamente spazio ai referendum dell’8 e 9 giugno. Non si tratta di una richiesta di parte, ma di un dovere civico e istituzionale. La legge è chiara, la Costituzione è chiara: i cittadini devono essere informati, devono poter decidere consapevolmente. Basta censure, basta omissioni. La nostra democrazia merita rispetto, e questo rispetto si traduce anche nel garantire ai cittadini il diritto di conoscere e di decidere. La RAI deve rispettare i propri obblighi di informazione, deve essere all’altezza del suo ruolo di servizio pubblico. Perché il futuro del nostro Paese dipende anche dalla qualità dell’informazione che riceviamo. E questa informazione deve essere libera,