
3 Marzo 2025
Appunti assemblea provinciale
Care/cari iscritti e simpatizzanti
Care/cari iscritti e simpatizzanti, stiamo assistendo in questi ultimi mesi ad un cambiamento nella configurazione politica del nostro territorio in cui la Lega è stata messa ai margini di un sistema in cui il centrodestra appare in molte realtà e anche a livello provinciale spaccato. Ne è segno concreto la nascita della nuova squadra al governo provinciale in cui il nostro ruolo si è rafforzato con la presenza di Osvaldo Felissari, Massimo Pagani e con la nomina di Luciana Tonarelli a vicepresidente della Provincia. Un’ alleanza più politica che civica in cui la nostra lealtà, il nostro peso e la nostra capacità amministrativa sono stati riconosciuti. Da questa alleanza sono escluse sia la Lega sia FdI, segno di una coesione concreta frutto di un intenso e proficuo lavoro politico. L’impegno per il nostro territorio ci vede punto di riferimento del confronto politico su alcuni temi significativi, uno su tutti la vicenda Ecowatt di Castiraga Vidardo, tema su cui si è trovata unità di intenti con tutti i partiti. Dobbiamo proseguire su questo lavoro di radicamento territoriale cercando di rafforzarci dove siamo più deboli e trovando nuova capacità di presenza nel territorio. Cosa dobbiamo fare oggi? - lavorare nei comuni dove siamo più deboli o non siamo presenti; - fare sinergia con le nostre migliore esperienze amministrative e tenere come riferimenti importanti i consiglieri provinciali; - raccordo sempre più intenso con i nostri rappresentati in Consiglio Regionale e Parlamento, Roberta Vallacchi e Lorenzo Guerini; - fare propri i messaggi politici che arrivano dal livello regionale e nazionale su alcune campagne (es. sanità). SU QUALI TEMI E’ IMPORTANTE FARE PERNO Sono molti e dobbiamo accettare una sfida importante perchè il nostro territorio non sia divorato e maltrattato e la nostra comunità messa ai margini ed esclusa dalle decisioni che la riguardano. Contesto Da uno studio realizzato dal Politecnico di Milano e reso disponibile nel febbraio 2025 che si intitola “Le dinamiche della mobilità residenziale nella regione urbana milanese” (https://www.metromosaic.polimi.it/documents/primo_report_metromosaic-07_02_2025.pdf) emerge, tra l’altro, come Lodi, Pavia e Novara hanno una forte dipendenza da Milano maggiore rispetto a Bergamo, Como e Lecco. Questo si traduce non solo in un forte pendolarismo ma soprattutto in un impoverimento del nostro territorio a favore di Milano. Sono molte le questioni aperte, tra queste l’ampliamento di Ecowatt, lo spandimento dei fanghi e l’installazione di vasti impianti agrofotovoltaici. Abbiamo toccato con mano che l’unità di intenti, pur nelle diversità di vedute, tra tutte le forze del territorio può portare a risultati concreti. Si sta aprendo in queste settimane un altro tema a cui guardare con attenzione a Bertonico, con l’installazione di un importante data center. La crisi industriale e la politica economica internazionale ci pone di fronte a scelte difficili, investire nella transizione ecologica significa creare posti di lavoro e dare opportunità ai lavoratori in crisi, perché dove non c’è crescita economica non vi è redistribuzione sul sociale con il rischio che vengano penalizzate per persone più deboli e fragili. Dobbiamo affrontare anche il tema del nucleare di quarta generazione con serietà e integrità, approfondendo e aprendo un confronto sincero. Le nuove generazioni chiedono più impegno su alcuni temi, primo fra questi il cambiamento climatico, che è una delle principali preoccupazioni delle nuove generazioni, oltre al lavoro poco pagato e precario. Il PD è percepito poco incisivo su questo tema, per questo dobbiamo trovare il coraggio e la forza di prendere posizioni coerenti, concrete e chiare. L’Unione Europea è sempre più orientata verso il Green Deal e, mentre le destre frenano su questo tema, chi guida il processo ecologico avrà maggiore peso politico a livello comunitario. Il PD, storicamente europeista, potrebbe giocare un ruolo chiave nell’orientare le scelte europee a favore dell’Italia Trasporti La Star Line, azienda che gestisce il Trasporto Pubblico Locale, non rispetta i cittadini e gli utenti lasciando a piedi studenti e lavoratori con corse soppresse all’ultimo minuto, senza comunicazioni adeguate e senza alternative. Il risultato? Lavoratori e studenti che arrivano tardi a scuola o al lavoro, con enormi disagi per le famiglie. È inaccettabile che un’azienda che riceve soldi pubblici non garantisca neanche un servizio minimo e tratti i cittadini come un problema anziché come utenti a cui garantire puntualità, qualità e capillarità del servizio. La situazione del Trasporto Pubblico Locale è ormai fuori controllo e da mesi stiamo pressando affinché si trovino delle soluzioni. Abbiamo fatto delle proposte che sono rimaste inascoltate: incentivi per la formazione e l’assunzione di nuovi autisti; finanziamenti di Regione Lombardia per corsi di formazione gratuiti o agevolati per ottenere la patente D e la CQC (Carta di Qualificazione del Conducente); incentivi economici per chi entra nel settore, come bonus assunzione o sgravi per le aziende di trasporto; miglioramento delle condizioni di lavoro, visto che la scarsità di autisti è per lo più legata a stipendi bassi e turni difficili; attivare percorsi di inserimento lavorativo per migranti o ex lavoratori di settori in crisi. Sanità La sanità lombarda è al collasso: liste di attesa insostenibili, enti privati sempre più presenti non sempre a integrazione del pubblico ma a volte a depauperamento, case di comunità inesistenti o vuote, medici di base sempre più scarsi. Il PD da anni sta segnalando che la gestione della sanità lombarda è disastrosa, che i cittadini stanno rinunciando alle cure sempre più costose, che si sta violando un diritto essenziale. Si sta smontando una sanità pubblica che il mondo intero ci invidiava a favore di una sanità privata, costosa e non sempre efficiente, che lascia indietro i più deboli e i più fragile per garantirsi il profitto. Abbiamo chiesto interventi rapidi e coraggiosi per invertire la marcia: Rendere le Case di Comunità veramente funzionali e funzionanti. La Giunta Fontana ha creato le Case di Comunità, ma senza personale e senza una vera integrazione con il territorio. risorse vincolate per la medicina territoriale, evitando che il sistema resti sbilanciato verso il privato. Molte Case di Comunità sono solo strutture vuote o poco operative: occorrono più fondi per assumere medici, infermieri e specialisti, rendendole dei veri punti di riferimento territoriali accessibili in orari comodi per lavoratori e famiglie. Incentivare i medici di base e nuove forme di organizzazione sul territorio. In Lombardia, e il lodigiano non fa eccezione, ci sono sempre meno medici di base perché la professione è poco attrattiva. Occorre proporre contratti più stabili e meno burocrazia per chi sceglie la medicina territoriale e agevolazioni economiche e bonus per chi apre uno studio in zone non presidiate o crea nuove forme di organizzazione sul territorio integrando servizi essenziali. Temi di politica nazionale Il governo a guida FdI sta mostrando delle crepe e sta esaurendo la spinta, naviga a vista senza una rotta e galleggia senza una visione. La maggioranza è divisa su molti temi, dalla politica estera ed europea ai temi ambientali e delle grandi infrastrutture. Le contraddizioni nel centrodestra si sono viste anche in Parlamento e dopo le elezioni regionali le tensioni tra loro sono aumentate, specie ora che Salvini punta al rimpasto. Non può sfuggire un elemento di continuità tra le politiche inumane che hanno contraddistinto Salvini da ministro dell’Interno e quelle che sta facendo ora il governo Meloni. È vergognoso il riferimento ipocrita della premier alla piccola Yasmine, la bambina sopravvissuta al naufragio di alcune settimane fa a largo di Lampedusa, senza un ringraziamento all’Ong che l’ha salvata in mare nonostante il vergognoso decreto del suo governo che rende più difficili i soccorsi. Rimangono uniti per mantenere il potere, una maggioranza interpretata come prevaricazione e prepotenza. Il nostro partito deve favorire una visione unitaria, superando le divergenze con le altre forze di opposizione su alcune questioni, a partire dal sostegno all’Ucraina. Continueremo ad andare nelle fabbriche e negli ospedali, dove ci sono situazioni difficili e di sofferenza, continueremo a incontrare i cittadini nei territori, nelle aree interne, per raggiungere quelli che non credono più alla politica e per questo non votano. È un percorso che possiamo fare con le altre forze di opposizione, come già avvenuto sul salario minimo, sulla difesa della sanità pubblica, sull’automotive o contro l’autonomia differenziata. Il nostro partito fonda le sue radici nella condivisione, nell’ascolto e nel confronto: non è sempre facile ed è faticoso, ma crediamo che questa sia la politica giusta e inclusiva. Siamo contro la politica dei leader soli al comando che troppo spesso rimangono intrappolati in alleanze pericolose e dannose per i cittadini che dovrebbero rappresentare. Autonomia differenziata Abbiamo manifestato contro la legge sull’autonomia, che la Corte Costituzionale ha di fatto smantellato e che il governo dovrebbe abrogare. Siamo convinti che sia un danno per tutta l’Italia, anche per il Nord ma sicuramente per le aree svantaggiate e il Sud. Alle imprese e ai cittadini non servono venti diverse politiche tra cui destreggiarsi, ma soluzioni concrete ai gravi problemi che gravano su tutti. Uno su tutti: pagare meno l’energia per far ripartire la produzione e dare una boccata di ossigeno alle famiglie. Se riusciamo a fermare l’autonomia, fermiamo anche il premierato e facciamo saltare il cinico baratto tra Meloni e Salvini. Sono sfide che, come opposizioni, dobbiamo affrontare uniti. Immigrazione Un altro punto su cui puntare la nostra opposizione è il disgustoso protocollo Italia-Albania sui migranti. È solo propaganda, funzionale a nascondere il fallimento della politica migratoria che era uno dei punti del programma che ha maggiormente attratto il loro elettorato. Seguono il filo rosso dell’approccio securitario perchè non hanno programmi e soluzioni al ventesimo calo consecutivo della produzione industriale e smantellano i servizi pubblici fondamentali: sanità, scuola, trasporti. Crisi russo-ucraina In merito alla crisi russo-ucraina gli spiragli di pace si creano con la politica, è passato troppo tempo senza un’iniziativa diplomatica dell’Europa, che non può sedersi al tavolo della pace da ospite. Non basta condannare l’aggressione russa all’Ucraina, bisogna evitare che Putin riscriva i confini con la guerra, per questo sosteniamo fermamente Kiev. Ma ora serve, soprattutto, che l’Unione Europea muova un’iniziativa per la pace e che il governo italiano solleciti questa iniziativa. Sicurezza Il tema della sicurezza crediamo vada affrontato con un approccio che lo distingua dalla destra, dimostrando che la vera sicurezza non deriva solo da misure repressive, ma da una società più giusta e inclusiva. Per farlo, il PD dovrebbe articolare una proposta basata su tre pilastri principali: sicurezza sociale, sicurezza urbana e sicurezza democratica. Ridurre le disuguaglianze, combattere la povertà, la marginalità e l’esclusione sociale permette di prevenire il crimine e garantire una maggiore sicurezza sociale. Per questo è necessario investire in welfare e servizi sociali, perché il degrado è terreno fertile per la criminalità. Rafforzare l’accesso all’istruzione, alla sanità, al lavoro dignitoso e alla casa significa ridurre la disperazione che porta alcune persone a delinquere. Un lavoro stabile e retribuito correttamente è una delle migliori politiche di sicurezza. Il PD deve continuare la sua lotta per il salario minimo, incentivare l’occupazione giovanile e femminile e contrastare il caporalato. Il PD deve promuovere un modello di sicurezza che non si basi sulla paura, ma sulla presenza costruttiva dello Stato nei territori. La sicurezza passa anche dalla qualità dell’ambiente urbano: strade illuminate, quartieri curati e spazi di aggregazione riducono il senso di insicurezza e il rischio di devianza giovanile e stimolano a vivere gli spazi urbani rendendoli più sicuri. In un quadro complessivo di interventi anche la presenza di forze dell’ordine ben formate, in grado di dialogare con le comunità permette di prevenire i reati più comuni. La lotta alle mafie e alle organizzazioni criminali non deve avere tregua perché lo Stato deve contrastare una strategia che sfrutta il disagio sociale per affermare il proprio potere sulle fasce di cittadini più deboli e inermi. Il contrasto alla violenza di genere e domestica è una piaga che necessita di servizi, di educazione culturale e affettiva, di investimenti e di misure per la prevenzione, che è l’unica arma che abbiamo per limitare questa forma di violenza che si consuma spesso tra le mura di casa. La destra spesso usa il tema della sicurezza per giustificare politiche repressive che colpiscono le fasce più deboli della popolazione. Il PD è invece convinto che il modello di sicurezza attuabile, concreto e rispettoso sia quello che tutela le libertà democratiche. Per questo la sicurezza non può trasformarsi in una guerra contro chi è in difficoltà. Bisogna contrastare il racket dell’immigrazione illegale, ma anche garantire diritti ai lavoratori stranieri e favorire percorsi di integrazione. Non serve aumentare indiscriminatamente le pene, ma garantire che chi delinque venga punito in modo efficace e rapido, senza distinzioni tra ricchi e poveri. È necessario trovare una soluzione percorribile al sovraffollamento delle carceri e alle condizioni spesso disumane che spingono troppi carcerati al suicidio. Comunicare questo modello di sicurezza è una sfida importante, perché la nostra non è una risposta “di pancia”, semplicistica, quanto inefficace, come si sta dimostrando. Dobbiamo trovare nuovi strumenti e nuovi modi per affrontare con le nostre comunità questo tema in modo efficace e convincente. Ribadire che la sicurezza è un bisogno primario per tutti e che tutti hanno diritto di sentirsi sicuri, nelle vie delle periferie, nelle scuole e in casa. La destra spesso usa il tema della sicurezza per limitare le libertà civili, noi dobbiamo ribaltare la narrazione, dimostrando che una società più equa è anche una società più sicura. Energia, transizione ecologica e nucleare Tra le priorità di questi mesi c’è sicuramente l’aumento del costo dell’energia che sta mettendo in ginocchio imprese, soprattutto le più piccole che sono la maggioranza in Italia, e famiglie, soprattutto quelle più numerose e le fasce più deboli. Chiediamo da tempo delle soluzioni e abbiamo proposto politiche di investimento nelle energie rinnovabili, nelle comunità energetiche e nell’autoproduzione favorendo l’installazione di pannelli solari su condomini, aziende, aree industriali coperte. Occorre una riforma che permetta di sganciare il prezzo delle rinnovabili da quello del gas, che le penalizza e premi chi usa energia pulita. Senza contare che la guerra in Ucraina ha dimostrato che l’energia è anche una questione di sicurezza nazionale. L’uso delle energie rinnovabili riduce la dipendenza da Paesi instabili, avere più solare ed eolico significa ridurre le importazioni di gas da Russia, Algeria e Medio Oriente, rafforzando l’indipendenza dell’Italia. Il governo Meloni sta favorendo il ritorno ai combustibili fossili, riaprendo alle trivellazioni nel Mediterraneo e limitando gli investimenti sulla transizione ecologica. Sul nucleare, il PD deve evitare sia il rifiuto a priori sia l’entusiasmo acritico della destra. Serve una posizione basata su dati scientifici, tempi reali di realizzazione e costi. Al momento sappiamo che le centrali di terza generazione, come quelle proposte dalla destra, richiederebbero almeno 15 anni per essere operative e costerebbero decine di miliardi, senza risolvere il problema delle scorie radioattive. Non possiamo aspettare il 2040 per abbassare le bollette, mentre le rinnovabili possono garantire risultati immediati. Siamo invece convinti che sia necessario sostenere investimenti nella ricerca sui reattori di nuova generazione (che dovrebbero ridurre il problema delle scorie) e sulla fusione nucleare, che però è ancora lontana dall’applicazione pratica. Questo permetterebbe di non chiudere le porte al nucleare del futuro, senza investire miliardi in impianti obsoleti. Spazio Un ruolo chiave lo sta giocando il settore spaziale e non possiamo permettere che il futuro sia deciso solo da USA, Cina ed Elon Musk: l’Europa e l’Italia devono giocare un ruolo da protagonisti. Chi controlla lo spazio controllerà il futuro: telecomunicazioni, sicurezza, risorse. Oggi le grandi aziende e i governi più forti si stanno accaparrando orbite, minerali spaziali e dati satellitari. Chiediamo regole chiare per evitare che lo spazio diventi il Far West delle multinazionali e lavorare per un’Europa leader nelle politiche spaziali, non solo spettatrice delle scelte altrui. La destra parla di sovranità nazionale ma ignora il settore spaziale, dove l’Italia ha competenze d’eccellenza. Dobbiamo chiedere più fondi per ricerca e sviluppo, perché lo spazio crea posti di lavoro qualificati e industria ad alta tecnologia e maggiore indipendenza europea, investendo in lanciatori e satelliti autonomi, senza dipendere dagli USA o da aziende private. Andrea Ferrari – segretario provinciale PD del Lodigiano